#05-Mito
La conferma più evidente del profondo legame che intercorre tra la cultura cinese moderna e il suo passato è la dimensione mitico-leggendaria che caratterizza l'eziologia di luoghi, oggetti o edifici storicamente rilevanti. Ogni racconto, anche il più antico, tende ad assumere i connotati di una fiaba, recando un insegnamento circa la morale da adottare nelle più disparate occasioni. Catalogando miti e leggende si può quindi ricostruire un quadro generale di come la mentalità e lo stile di vita cinese si siano evoluti fino ai giorni nostri.
Il mito che segue riguarda l'edificio più celebrato e ricco di storia all'interno della città di Wuhan, la Pagoda della Gru Gialla.
Secondo la leggenda un umile monaco taoista, privo di averi, con vestiti semplici e dall'aria trasandata, si recò alla locanda di un certo Xin chiedendo del vino. Il vecchio non ebbe molta considerazione per quel cliente, tuttavia suo figlio non badò all'aspetto e gli offrì da bere senza richiedere denaro. Questo episodio si ripeté diverse volte per molto tempo finché un giorno il monaco, prima di lasciare la locanda, decise di ripagare la famiglia di Xin per la gentilezza del figlio. Egli prese infatti una buccia d'arancia e disegnò sul muro una gru, dicendo: "Quando batterai le mani la gru si staccherà dal muro e ballerà". Quando la gente del villaggio seppe del fatto accorse alla locanda di Xin e poté ammirare il compimento di quel prodigio. La famiglia del locandiere ben presto divenne molto ricca. Dopo alcuni anni il monaco tornò alla locanda del vecchio e rivelò la sua vera natura: quella di un immortale. Suonò dunque un flauto magico per evocare la gru e se ne andò a cavallo dell'animale. Dopo questo evento straordinario Xin costruì la Pagoda della Gru Gialla nel punto in cui l'immortale era asceso al cielo.
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