martedì 31 dicembre 2019

#30-La scienza e la tecnica della cosa

Dietro un oggetto apparentemente semplice e lineare come lo xun si celano alcuni segreti della chimica e della fisica che sono alla base della nostra vita quotidiana.
E' stato già analizzato il processo di fabbricazione dello strumento in oggetto all'interno del post relativo alla sua anatomia, tralasciando però un approfondimento sul materiale di cui è costituito nella stragrande maggioranza dei casi: l'argilla.

Essa viene identificata come roccia sedimentaria, a sua volta classificata in due sottocategorie: il primo tipo comprende i depositi sedimentari marini che costituiscono circa l'80% di tutte le rocce sedimentarie, mentre il secondo riguarda le argille formate per alterazione e decomposizione delle rocce in seguito a eventi atmosferici. Lo scopo di questa trattazione tuttavia non è fornire un quadro approfondito sulla struttura molecolare dell'argilla, ma permettere al lettore di comprendere più a fondo le caratteristiche di questo materiale che stanno alla base della creazione di manufatti come lo xun.
A tal proposito la proprietà più interessante su cui vorrei soffermarmi è la capacità dell'argilla di essere plasmata trattenendo l'acqua: una parte, la cosiddetta acqua di bassa temperatura, viene eliminata in seguito al riscaldamento a 100-150 °C, mentre la restante rimane intrappolata tra gli strati delle celle elementari delle molecole. La miscela così ottenuta può dare origine ad un impasto più o meno plastico a seconda che l'argilla sia più o meno "grassa". In particolare un impasto magro contiene più sabbia, a differenza di una miscela grassa, molto più ricca di materiale colloidale.
La cottura del manufatto infine prevede la disidratazione dell'impasto, determinando anche variazioni strutturali che favoriscono la formazione di nuove fasi minerali in grado di conferire la tipica durezza della terracotta.

Un altro aspetto da non tralasciare nell'analisi della fisica dello xun è la capacità dello strumento di tradurre il soffio dell'artista in un melodioso suono, con la possibilità di modulare note e toni differenti. Dal punto di vista musicale questo strumento è assimilabile ad un'ocarina, essendo entrambi dei cosiddetti flauti globulari: presentano infatti una camera di risonanza tondeggiante e chiusa, in cui è l'intera massa d'aria a risuonare in funzione del rapporto tra la superficie aperta e il volume dello strumento. A tal proposito lo xun funziona sulla base della risonanza di Helmholtz, lo stesso fenomeno che regola l'emissione del suono in seguito al soffio in una bottiglia.
Volendo analizzare più nel dettaglio questo meccanismo si può notare come immettendo forzatamente dell'aria  attraverso l'imboccatura si generino delle onde stazionarie in risonanza con la frequenza propria della cavità, che quindi amplifica il suono in uno specifico intervallo di frequenze. La risonanza di Helmholtz viene sfruttata anche nei moderni subwoofer risultando quindi fondamentale anche per le applicazioni più recenti.

Risonatori di Helmholtz utilizzati per lo studio del fenomeno. 



Link:
-https://www.chimica-online.it/materiali/argilla.htm
-https://www.faidanoi.it/tag/argilla-grassa/
-http://fisicaondemusica.unimore.it/Risuonatori_di_Helmholtz.html

Nessun commento:

Posta un commento