lunedì 28 ottobre 2019

08-Lo xun  

Come oggetto rappresentativo di Wuhan ho scelto lo xun, uno dei più antichi strumenti a fiato cinesi. La prima volta che ne vidi uno fui immediatamente incuriosito e affascinato da cosa potesse essere  quell'oggetto di terracotta e rimasi notevolmente stupito una volta scoperta la sua identità; tuttavia lo stupore si trasformò in vera e propria ammirazione solo dopo aver potuto apprezzare quali melodie dolci e armoniose fosse in grado di riprodurre uno strumento del genere, apparentemente grezzo e semplice.


La sua peculiarità è infatti quella di riprodurre i suoni che noi occidentali immediatamente riconduciamo all'oriente, come se in una vita passata fossimo nati in Cina. Senza saperlo siamo attratti visceralmente da quelle note pacate, dolci, in grado di veicolare un senso di quiete e armonia, ma che al contempo rievocano un dolore composto, tipico di un eroe sofferente o una donna lontana dal proprio marito. 
Le sue origini antiche inoltre ci catapultano in una Cina saldamente ancorata ai valori tradizionali, la Cina fatta di carta di riso, bambù, seta e inchiostro, contrapposta alla distesa di cemento e acciaio che negli ultimi decenni sta spazzando via inesorabilmente le tracce di una cultura ricchissima.


Il legame tra la città e l'oggetto che ho scelto riguarda proprio la musica: Wuhan è sede di uno tra i conservatori più grandi di tutta la Cina ed è proprio qui che vide i natali Zhang Liangshan, un musicista che creò uno xun a 10 fori in palissandro in grado di riprodurre con facilità anche i suoni più acuti. Grazie al suo impegno possiamo oggi godere di uno xun dalla rinnovata vitalità, in grado di mutare nel tempo per rispondere alle esigenze musicali che nei secoli si presentano lungo il cammino dell'uomo.
Esempio di xun a 10 fori (due posteriori e otto frontali)


Link ai video:

-cos'è lo xun, quali emozioni suscita in chi lo suona, il suo legame agli elementi naturali:  https://www.youtube.com/watch?v=jyR9WLf82zE

-artista suona lo xun: https://www.youtube.com/watch?v=pq2zfIc-Swg

#07-Film

Il film che ho scelto è forse il più rappresentativo tra quelli girati a Wuhan, in quanto fu l'unica pellicola orientale a partecipare al Festival di Cannes nel 2006, nonostante la mancata approvazione da parte della rigida censura cinese e in seguito a questo atto di insubordinazione il film fu definitivamente bandito dall'intero stato.

Titolo: Summer Palace
Regista: Lou Ye
Rilasciato il: 18 aprile 2006 
Durata: 140 minuti

La vicenda si articola intorno alla vita di Yu Hong, una giovane studentessa costretta ad abbandonare il paese di campagna in cui vive per proseguire nella sua formazione universitaria, durante gli anni delle proteste di piazza Tienanmen. Le vicende politiche tuttavia costituiscono solo uno sfondo alla narrazione, ampio spazio è infatti concesso alla storia d'amore tra la protagonista e il fidanzato Zhou Wei, molto intensa ma al contempo frivola e libertina.  Gli eventi prenderanno successivamente una piega drammatica, con l'abbandono degli studi da parte di Yu, l'interruzione di gravidanza e infine il suicidio del fidanzato, all'interno di un contesto desolante in cui le libertà personali vengono schiacciate in favore di un capillare controllo dello statale. 

La pellicola tenta timidamente di rompere i tabù che riguardano la storia cinese contemporanea, scegliendo come teatro della narrazione un periodo storico di fermento culturale e sociale, che ebbe ripercussioni anche in Europa negli anni immediatamente successivi. Eventi di enorme portata vengono tuttavia messi in secondo piano per creare un clima più intimo, focalizzato su sogni e speranze dei giovani protagonisti, che incarnano perfettamente la generazione di universitari che ha vissuto la fine degli anni '80 in Cina. La violenta censura che ha colpito il regista e la sua opera sono un chiaro esempio del clima di repressione e negazionismo che velatamente affligge ancora oggi la Cina del ventunesimo secolo. La massiccia presenza di scene erotiche sembra quasi voler ricondurre il sesso ad una dimensione salvifica, come se l'unica fuga possibile dalla drammatica realtà di repressione fosse l'amore: nudo e crudo, violento e passionale, adultero e doloroso. 


#06-Nome

Il nome Wuhan deriva a sua volta dal nome di due tra le più grandi città che sorgono lungo il Fiume Azzurro, in particolare Wuchang, sulla sponda meridionale e Hankou su quella settentrionale. 

Tuttavia analizzando più nel dettaglio l'origine della parola possiamo individuare alcuni elementi che identificano la città nella sua essenza. In cinese il nome "wu" significa militare, marziale o anche affare, commercio, mentre "han" corrisponde a coraggioso, spavaldo ma anche violento.

La metropoli infatti ha da sempre costituito uno snodo chiave per i traffici in tutta la Cina e tutt'ora risulta una fiorente città commerciale e industriale. L'altra faccia della medaglia vede Wuhan come un centro militare di spicco nel panorama cinese del ventesimo secolo: qui ebbe luogo la rivolta di Wuchang del 1911, che portò alla formazione della Repubblica di Cina, e successivamente fu il teatro della drammatica battaglia di Wuhan, la più sanguinosa all'interno del conflitto sino-giapponese. 

Fonti:

#05-Mito

La conferma più evidente del profondo legame che intercorre tra la cultura cinese moderna e il suo passato è la dimensione mitico-leggendaria che caratterizza l'eziologia di luoghi, oggetti o edifici storicamente rilevanti. Ogni racconto, anche il più antico, tende ad assumere i connotati di una fiaba, recando un insegnamento circa la morale da adottare nelle più disparate occasioni. Catalogando miti e leggende si può quindi ricostruire un quadro generale di come la mentalità e lo stile di vita cinese si siano evoluti fino ai giorni nostri. 




Il mito che segue riguarda l'edificio più celebrato e ricco di storia all'interno della città di Wuhan, la Pagoda della Gru Gialla.




Secondo la leggenda un umile monaco taoista, privo di averi, con vestiti semplici e dall'aria trasandata, si recò alla locanda di un certo Xin chiedendo del vino. Il vecchio non ebbe molta considerazione per quel cliente, tuttavia suo figlio non badò all'aspetto e gli offrì da bere senza richiedere denaro. Questo episodio si ripeté diverse volte per molto tempo finché un giorno il monaco, prima di lasciare la locanda, decise di ripagare la famiglia di Xin per la gentilezza del figlio. Egli prese infatti una buccia d'arancia e disegnò sul muro una gru, dicendo: "Quando batterai le mani la gru si staccherà dal muro e ballerà". Quando la gente del villaggio seppe del fatto accorse alla locanda di Xin e poté ammirare il compimento di quel prodigio. La famiglia del locandiere ben presto divenne molto ricca. Dopo alcuni anni il monaco tornò alla locanda del vecchio e rivelò la sua vera natura: quella di un immortale. Suonò dunque un flauto magico per evocare la gru e se ne andò a cavallo dell'animale. Dopo questo evento straordinario Xin costruì la Pagoda della Gru Gialla nel punto in cui l'immortale era asceso al cielo.

Fonti:

domenica 27 ottobre 2019

#04-Citazioni

337. SEEING OFF A FRIEND 
"My old friend takes leave, by the west of the Yellow Crane Tower.
In the month of March, the flowers mist... down the Yanghzhou.
The lonely sail is a shadow far off, in the limitless empty blue,
I can only see... the Yangtze River, flowing in the horizon."

Traduzione: 
-Il saluto di un amico-
Il mio vecchio amico se ne va, a ovest della Pagoda della Gru Gialla.
Nel mese di Marzo, i fiori sono velati di rugiada, lungo Yangzhou.
La vela solitaria è un'ombra ormai lontana, nello sconfinato cielo sgombro di nuvole,
Riesco solo a vedere... il Fiume Azzurro, che scorre all'orizzonte.


391. THE YELLOW TOWER II
"O' person from my past, did you not know the crane of yellow has gone away? 
Here there's only its remains in the yellow crane tower, as he has not returned.
White clouds in the 1000-year sky, leisurely they pass by the Clear River.
And they clear the Hanyang Tree, where fragrant grass grows on Parrot Islet;
With all this dusk in the daytime... i don't know where my homeland pass is...
The mist from the river's water covers me, and i have become a person of sorrow."

Traduzione:
-La torre gialla-
O mio antenato, non sapevi che la gru gialla è andata via?
Qui ci sono solo i suoi resti, nella pagoda della gru gialla, poiché non è più tornata.
Candide nuvole nel cielo millenario, oltrepassano lentamente il fiume cristallino,
mostrando alla vista l'albero Hanyang dove erba profumata cresce sull'isola dei pappagalli;
Dopo aver accumulato tutta questa tristezza durante il giorno... non so dove sia la strada per la mia terra...
La nebbia che aleggia sul fiume mi copre interamente,  mi sono riempito di dolore. 

"Tang poets, an homage to", di Jean Elizabeth Ward, 2008: pagine 198 e 229.

"The first shots of the 1911 revolution that led to the overthrow of the last dynasty in China were fired in Wuhan plus one of the four great ancient towers of China, the Yellow Crane Tower, is located here, as just two examples. Wuhan is primarily, however, a Chinese working city on the mighty Yangtze River and has been a major trade center for about two thousand years. Wuhan also used to be the terminus for the famous Yangtze cruises down from Chongqing, but that was no longer the case now with the construction of the huge new Three Gorges Dam designed to harness the mighty river. Even the language here is a regional one called "Wuhanese" and is considered to be a bit louder and "in your face" style."

Traduzione:
I primi colpi della rivoluzione del 1911 che portò alla deposizione dell'ultima dinastia in Cina furono sparati a Wuhan, inoltre qui sorge una tra le quattro più grandi torri antiche cinesi, la Pagoda della Gru Gialla, giusto per fare un paio di esempi. In ogni caso Wuhan è innanzitutto una città commerciale sull'imponente Fiume Azzurro ed è stata uno dei più grandi centri di scambio per circa duemila anni. Wuhan era anche il capolinea delle famose crociere sul Fiume Azzurro lungo Chongqing, ma non è più così ora, in seguito alla costruzione dell'enorme Diga delle tre Gole, progettata per imbrigliare l'imponente fiume. Qui si parla un dialetto locale chiamato "wuhanese" ed è considerato un po' più rumoroso e diretto.

"China: in my eyes", di Robert Stanelle, 2012, pagine 165, 166.



#03-Un libro

"China: in my eyes", di Robert stanelle, pubblicato nel 2012.
La maggior parte degli occidentali è cresciuta con un'immagine errata della Cina. L'autore, che ha vissuto e insegnato per cinque anni in tutto il paese, fornisce uno spaccato della cultura orientale attraverso i racconti più intimi legati alla propria esperienza personale.


"Tang poets, an homage to", di Elizabeth Ward, pubblicato nel 2008.
Il libro costituisce una raccolta di poesie risalenti al periodo della dinastia Tang (618-907) tradotte in inglese. La volontà dell'autrice è quella di rendere disponibile ad un pubblico occidentale un gran numero di testi che erano già stati raccolti e catalogati nell'antologia di Sun Zhu, "Trecento poesie Tang", redatta nel 1763.



martedì 22 ottobre 2019

#02 Le cose

L'area su cui sorge Wuhan fu dapprima colonizzata 3000 anni fa, ma si può dire che furono gli eventi a partire dal III secolo a caratterizzarne la fondazione.
La città  rimase a lungo famosa come centro per le arti e per gli studi intellettuali e ancora oggi rappresenta un importante polo universitario.

Dipinti e calligrafie
Questi dipinti e calligrafie rappresentano un lascito alla città da parte degli artisti che accorsero a visitare la Pagoda della Gru Gialla, edificata nel 223 e ampiamente celebrata dal poeta Cui Hao. Le opere sono tutt'ora conservate all'interno della struttura e forniscono uno spaccato dell'arte pittorica orientale nella sua massima espressività.










Tazzina da tè
Pur essendo uno snodo fondamentale per quanto riguarda il commercio di tè (soprattutto grazie alla sua posizione strategica), la città di Wuhan è più conosciuta per il grande consumo di questa bevanda: sono infatti numerosissimi i locali in cui ancora oggi si può partecipare al tradizionale rito del tè cinese. La tazzina in porcellana, senza manico, con il particolare coperchio, risulta un oggetto tra i più comuni e utilizzati.

Spada di Goujian
Appartenuta a Goujian, re dello stato Yue, risale al periodo degli stati combattenti (403-222 a.C.). Nonostante siano passati più di 2000 anni la spada risulta essere ancora affilata e in perfette condizioni estetiche, costituendo l'ennesima conferma di quanto la cultura cinese fosse tecnologicamente avanzata già a partire dalle epoche più remote: in questo periodo infatti si sperimentava con successo l'utilizzo di più metalli stratificati per la forgiatura delle armi. Attualmente è conservata nel Hubei Provincial Museum, a Wuhan.

Xun
Il Xun è il più iconico strumento a fiato cinese, in grado di riprodurre la tipica melodia facilmente associabile a eremiti, eroi allo stremo delle forze o donne sofferenti. I primi esemplari, di pietra o osso, presentavano le forme più disparate, tuttavia la maggior parte degli xun ha la caratteristica forma a pera. Nonostante la grande versatilità di questo strumento, utilizzato anche in ambito orchestrale, la riproduzione dei suoni più acuti risultava difficoltosa: il problema fu risolto solo grazie a Zhang Liangshan, della troupe di canto e danza della provincia del Hubei, a cui si attribuisce uno xun di palissandro con 10 fori, in grado di intonare perfettamente anche le note più alte.


Fonti:
-https://it.wikipedia.org/wiki/Wuhan
-http://www.cnhhl.com/
-http://www.ilsapere.org/spada-di-goujian/
-https://www.thevintagenews.com/2017/11/22/ancient-chinese-sword-goujian-retrieved-tomb-perfectly-sharp-even-2500-years/
-https://www.britannica.com/art/xun
-http://italian.cri.cn/chinaabc/chapter23/chapter230305.htm

giovedì 17 ottobre 2019

#01 Wuhan

E' il capoluogo della provincia dello Hubei. Si trova alla confluenza del Fiume Azzurro e del Fiume Han.
La morfologia del territorio è poco complessa: presenta basse pianure al centro della città e colline a sud.

Dove?

30,64353° N, 114,32472° E




Sebbene sia considerata "la Chicago della Cina" non è tra le città più visitate del Sol Levante. Camminando per le sue vie è difficile incontrare turisti stranieri, si è immersi completamente nel frenetico tessuto sociale cinese. 
A dispetto della sua enorme estensione, popolosità e importanza, anche la presenza di immigrazione si percepisce in modo diverso rispetto a come siamo abituati ad intenderla in occidente: Wuhan è più una meta di studenti cinesi che accorrono da altre parti dello Stato per frequentare le importanti università e il conservatorio, piuttosto che tappa conclusiva del viaggio di chi cerca fortuna all'estero. 

Nonostante le premesse ho scelto di iniziare il mio blog a partire da questa città proprio per il suo spiccato dualismo: l'aspetto industriale affiancato da un rapido progresso tecnologico fa da cornice ad alcune "oasi" di tradizione in cui è possibile toccare con mano la vera cultura tradizionale radicata in ogni abitante dagli occhi a mandorla. 


Nell'arco di pochi minuti si può passare dallo schivare scooter stra carichi che sfrecciano a folli velocità anche sui marciapiedi, a godersi il rituale del tè cinese accompagnati da una graziosa assistente in abiti tradizionali, abilissima nell'esaltare il senso di relax che questa esperienza vi può suscitare. 




Ci si può trovare un momento all'interno di un affollatissimo centro commerciale a quattro piani e il momento dopo immersi nel verde di enormi parchi o dei giardini di templi buddisti.




In conclusione ho scelto Wuhan perché rispecchia la necessità di ricavarsi uno spazio per sé nonostante la frenesia della vita lavorativa: ci insegna che ogni realtà ha aspetti apparentemente in contrasto tra loro e che proprio per questo la rendono unica ed irripetibile.