sabato 30 novembre 2019

#21-La cosa nella musica


Dal momento che l'oggetto che ho scelto è uno strumento musicale i brani proposti lo vedono come "protagonista materiale": lo xun infatti non viene citato nei testi ma viene utilizzato per l'esecuzione di brani composti ad hoc o riarrangiati. 

Nel primo pezzo proposto "Tre canti d'addio a Yuangguan" vengono riprodotti tre brani di commiato arrangiati per xun, basati su una poesia di Wang Wei che tratta dell'ultimo incontro di due amici prima che uno parta per una missione in terra straniera:

Il brano successivo invece fa parte di un album interamente costituito da brani per xun, tuttavia ho deciso di scegliere questo in particolare poiché è in grado di veicolare più degli altri le emozioni viscerali che scaturiscono dopo l'ascolto di questa dolce melodia

#20-I brevetti


Dal momento che lo xun è uno strumento antichissimo non esistono brevetti relativi alla sua invenzione, ma ve ne sono alcuni legati al perfezionamento della struttura per venire incontro alle esigenze musicali incombenti. 

Perfezionamento imboccatura
Brevetto: CN2389406Y, 1999
Inventore: 谢弧 (Xie Hu)

Il perfezionamento dell'imboccatura, come illustrato in figura, permette al musicista di avere un maggior contatto delle labbra con il foro di emissione, riuscendo a garantire maggior regolarità e pulizia del suono. 

Cavità ausiliaria
Brevetto: CN2514452Y
Inventore: 谢弧 (Xie Hu)
L'aggiunta di una cavità ausiliaria che si estende ai lati del corpo centrale dello xun permette di aumentare la risonanza dello strumento senza intaccare la melodia prodotta, rendendolo allo stesso tempo più ergonomico: le protuberanze laterali costringono infatti ad una presa molto più confortevole e rilassante, soprattutto per spalle e gomiti. 

#19-Nell'arte


Dal momento che nei tempi più recenti lo xun è caduto progressivamente in disuso, allo stesso modo è difficile reperire opere d'arte che lo ritraggano. Si può tuttavia trovare in alcune antiche rappresentazioni una testimonianza dell'utilizzo di questo strumento sin dai tempi più remoti. 
Stauetta in pietra, dinastia Han (206 a.C.-220 d.C.).
Trovata nella tomba 528 a Luoyang.

La statuetta in oggetto raffigura un uomo intento a suonare lo xun: la posizione genuflessa ci fa pensare ad un'occasione rituale, permeata dalla sacralità che sin dai primi secoli ha contraddistinto lo strumento in questione. La tunica indossata e il copricapo che sembrerebbe adornare l'uomo fanno pensare ad una figura religiosa, un sacerdote, durante lo svolgimento di un rituale sacro. Dal momento che lo xun è uno strumento prettamente orchestrale, è molto probabile che quest'opera faccia parte di un insieme di altre statue non ancora ritrovate.

A sostegno di questa tesi propongo un'altra opera, questa volta pittorica, che inserisce lo xun in un contesto di convivialità, canto e danza, sempre nell'ambito della musica rituale di corte. E' la migliore testimonianza che conferma il fatto che lo xun non venisse quasi mai suonato da solo ma sempre accompagnato ad altri strumenti. Parallelamente è facile notare come la maggior parte dei personaggi sia ritratto con un'aureola, un simbolo che anche nella cultura buddista, così come in quella cristiana, indica la santità di un personaggio. La disposizione corale delle figure ritratte, nonché il loro abbigliamento risultano essere un'ulteriore conferma dell'aspetto sacrale che contraddistingue lo xun.

Illustrazione trovata nella grotta 220 nel complesso delle Grotte di Mogao,
risalente al periodo Tang, più precisamente al 642 d.C.


Per aggiungere un pizzico di modernità ho scelto di proporre un'opera contemporanea in cui il dinamismo è accompagnato da un'eco nostalgica che richiama le illustrazioni tradizionali cinesi.

Ma Xinle, "Lady", 2013, collezione privata
Inchiostro su carta.







#18-In cucina

Il legame dello xun con l'ambito culinario ma più in generale alimentare risale alle sue origini, oltre 7000 anni fa: come già citato in alcuni articoli precedenti lo strumento deriverebbe da un attrezzo da caccia chiamato "meteora di pietra". Esso era costituito da nient'altro che un sasso sferico e una fune per permettere di raggiungere e colpire la preda a maggiore distanza. Durante l'utilizzo poteva accadere che le cavità interne della pietra percorse dall'aria durante il volo risuonassero producendo gradevoli suoni; in seguito a questa evidenza l'attrezzo fu utilizzato come richiamo per uccelli, per poi essere elaborato in un secondo momento e dar vita allo xun come lo conosciamo oggi.
Da attrezzo da caccia a strumento musicale

Lo xun inoltre veniva ampiamente utilizzato per suonare musica di corte insieme ad altri strumenti, sia durante cerimonie solenni che in occasione di eventi conviviali.

domenica 17 novembre 2019

#17-La nuvola dei nomi




#16-Mappa concettuale

Una prima mappa per inquadrare l'oggetto...


...E una seconda più approfondita per comprenderlo meglio



sabato 16 novembre 2019

#15-L'evoluzione futura della cosa

Dopo secoli di utilizzo come strumento orchestrale destinato a musica rituale o di palazzo, all'alba del ventesimo secolo lo xun, così saldamente ancorato alla tradizione, è caduto in disuso, principalmente a causa della difficile convivenza con le nuove esigenze musicali. 
Per far fronte a questa problematica che ha paralizzato ogni forma di innovazione o sviluppo dell'antico strumento di argilla, si potrebbe pensare all'elaborazione di uno xun elettrico: la forma rimarrebbe all'incirca identica a quella attuale, in modo tale da conservare almeno alla vista la tradizionale struttura che lo contraddistingue; tuttavia la cassa di risonanza, privata della sua funzione originaria, ospiterebbe delle lamelle metalliche molto sensibili in grado di percepire la vibrazione dovuta al fiato e tradurla in impulso elettrico da inviare ad una CPU per l'elaborazione. 
I fori potranno essere sostituiti da piccoli pannelli sensibili al tatto in grado di riconoscere quali di questi vengono lasciati scoperti, in modo tale da restituire la nota corrispondente. L'insieme di questi segnali sarebbe dunque  processato in modo tale da creare all'occorrenza anche un suono distorto rispetto alla classica melodia, rendendo lo strumento molto più versatile. 
Al di sotto del foro principale in cui viene soffiata l'aria si potrebbe inoltre collocare un collegamento in grado di rendere lo xun riconoscibile da piattaforme esterne come il launchpad, in modo tale da poter inserire suoni prodotti ad hoc all'interno di brani musicali creati elettronicamente. 
Il launchpad può essere configurato a piacimento in modo tale da riprodurre suoni predefiniti al tocco di ogni singolo tasto, rendendo possibile infinite combinazioni di strumenti, tonalità e melodie all'interno di un unico dispositivo. 

#13-L'anatomia della cosa


     Vista anteriore,                               Vista posteriore, fori principali
           fori secondari 

Dal momento che lo xun è uno strumento musicale molto semplice, costituito unicamente da un corpo forato, è difficile analizzarne le sue parti in senso stretto: i due fori posteriori servono a modulare il suono, mentre quelli anteriori permettono di riprodurre le sette note; la bocca viene appoggiata sul restringimento superiore e l'aria passa dal foro più grande posto sulla sommità. 
Nonostante la forma regolare nel corso dei secoli artisti e artigiani hanno voluto esprimere il proprio estro anche tramite la decorazione degli xun: non è difficile infatti riuscire ad apprezzare degli esemplari riccamente dipinti o addirittura incisi sulla superficie anteriore: colori sgargianti e soggetti tipicamente orientali impreziosiscono l'argilla nuda su cui sono impressi. 
Per quanto riguarda la fabbricazione essa risulta apparentemente molto semplice: il blocco di argilla viene plasmato per ottenere una forma ovoidale, scavato all'interno per creare la cassa di risonanza e successivamente forato in base al tipo di xun che si vuole creare; è infine cotto in forno per fissare l'impasto ed ottenere la tipica durezza della ceramica.






Ovviamente se si vogliono utilizzare altri materiali come legno o pietra è necessario ricorrere al processo inverso, ovvero creare lo xun non più per aggiunta ma per asportazione (c'è addirittura chi è in grado di costruire in pochi minuti uno xun a partire da un uovo!). 



#14-La cosa come simbolo

L'origine dello xun è alquanto curiosa e peculiare ed è un chiaro esempio di come da equivoci o eventi fortuiti spesso si giunga a risultati inattesi. Come già accennato in un articolo precedente lo xun risale a circa 7000 anni fa e deriva da un attrezzo da caccia chiamato "meteora di pietra", un sasso legato ad una corda che veniva scagliato contro le prede. Talvolta capitava che queste pietre risuonassero durante il lancio a causa del flusso d'aria che penetrava nelle cavità interne: dall'osservazione di questo fenomeno nacque lo xun. Da uno strumento da caccia, utile per l'immediato sostentamento, si passa dunque ad uno strumento musicale, in grado di nutrire non il corpo ma lo spirito. E' curioso infatti notare questo parallelismo in cui la praticità del mondo venatorio si fonde con la spiritualità della musica.
Per secoli se non addirittura millenni lo sviluppo di questo particolare tipo di ocarina ha subito un notevole rallentamento, con sporadiche sperimentazioni relative a numero di fori e materiali utilizzati per la sua costruzione.


Solo quando entrò a far parte dell'orchestra rituale (rappresentando la categoria "terra" nella classificazione Bayin) ottenne maggior considerazione, fino a diventare lo strumento simbolo della cultura cinese, grazie al quale anche un occidentale a migliaia di chilometri di distanza è in grado di riconoscere nelle sue note la Cina di un tempo. Lo xun è infatti il simbolo di eremiti, eroi allo stremo delle forze, donne sofferenti e amori strappati, rappresenta l'equilibrio, il perfetto connubio tra pace dei sensi e solitudine struggente, desolazione ed armonia: è la perfetta materializzazione del concetto di yin e yang. Suonato insieme al Chi, un flauto di bambù, rappresenta il legame di amicizia. 

lunedì 4 novembre 2019

#12-I materiali della cosa

Il primo esemplare di xun, datato circa 3000 a.C. (nonostante si pensi che l'invenzione risalga a circa 7000 anni fa), è di ceramica. 
Per lungo tempo non furono apportate modifiche finché durante la dinastia Shang (1600-1046 a.C.) la fabbricazione di strumenti musicali subì un netto miglioramento: l'impiego di pietra e osso lavorati in maniera più raffinata permetteva una maggior estensione sonora.
Durante i secoli successivi lo xun iniziò a ricoprire un ruolo fondamentale all'interno della ritualità legata al confucianesimo: nel tardo periodo Zhou (dopo il 500 a.C.) solo un ristretto numero di strumenti veniva utilizzato per i rituali di corte: la tradizionale classificazione, il Bayin (o sistema degli otto timbri) regolamentava i materiali ammessi, suddividendoli in otto diverse classi: seta, bamboo, legno, pietra, metallo, argilla, zucca e pelle; lo xun era il principale strumento appartenente alla categoria "terra", un'ulteriore riconferma dell'origine di questo strumento. 


 





L'ultima elaborazione degna di nota è costituita dall'esemplare in palissandro con 10 fori, costruito per ovviare all'impossibilità di riprodurre toni alti. 
Nonostante il profondo legame che anticamente legava materia e spirito, nei secoli successivi si perse la concezione di sacralità della musica e furono creati diversi xun a partire dai materiali più disparati: dall'avorio alla moderna plastica, anche l'evoluzione di uno strumento così saldamente ancorato alla tradizione può essere una chiave di lettura dell'evoluzione del popolo cinese.  



Fonti:
-"Archeology and History of Musical Instruments in China", in: The Garland Encyclopedia of World Music v. 7. East Asia. ed. Robert C. Provine, Yosihiko Tokumaru, and J. Lawrence Witzleben. New York: Routledge

domenica 3 novembre 2019

#11-La tassonomia della cosa

Il xun è uno strumento antichissimo che risalirebbe a circa 7000 anni fa. Nel corso dei millenni i cambiamenti che lo hanno coinvolto riguardano forma, materiali e numero di fori: che sia per motivi estetici o musicali gli xun che vediamo oggi sono ben diversi dai primi esemplari, pur mantenendo la caratteristica melodia. 

Forma e decorazioni
Si pensa che i primi xun abbiano origine da un attrezzo da caccia detto "meteora di pietra": un sasso fissato ad una corda e scagliato contro la preda. Durante il volo capitava che la pietra risuonasse a causa delle sue cavità: fu proprio a partire da questa osservazione che gli uomini del tempo elaborarono il primo rudimentale xun dalla forma sferica; successivamente subentrò quella ovale, fino ad arrivare alla tipica struttura "a pera" che conosciamo ancora oggi.

Uno dei primi esemplari di xun
Parallelamente al perfezionamento nella forma lo xun fu oggetto dell'attenzione di artisti e artigiani che crearono vere e proprie opere d'arte a partire da questo strumento: non è difficile infatti trovare esemplari intarsiati o addirittura dipinti.



Numero di fori
I primi esemplari, molto semplici e rudimentali, presentavano un unico foro ed erano in grado perciò di riprodurre un'unica nota.
Antico xun con un unico foro

 La situazione rimase immutata fino alla dinastia Xia (2070-1600 a.C.), periodo in cui vengono collocati alcuni xun a tre fori che permettevano così di ampliare la scala musicale. 
Durante la dinastia Shang (1600-1046 a.C.) si ebbe una vera e propria standardizzazione: con la comparsa dello xun a cinque fori vi fu un notevole incremento della qualità del suono e le note riproducibili si arricchirono dei semitoni in una singola ottava. 
Successivamente furono aggiunti due ulteriori fori, dando vita a due tipi di xun: uno ovale, adatto per i suoni più acuti, mentre un altro più panciuto, in grado di riprodurre note gravi. 
Un'ulteriore modifica durante la dinastia Ming (1368-1644) portò questo strumento alla forma definitiva, maggiormente conosciuta oggigiorno: lo xun a otto fori. 
Fu solo negli anni '30 del secolo scorso che lo xun poté godere di rinnovata vitalità: ne fu perfezionato dapprima uno a 9 fori, per poi aggiungerne un decimo e risolvere l'impossibilità della riproduzione dei toni alti. 
Esempio di xun a 10 fori


Fonti:



#10-Il proverbio della cosa

All'interno dello Shijing, la più antica raccolta di testi poetici cinesi, possiamo leggere il verso:

"Bo suona il xun e Zhong il hu"

Il proverbio significa: uno suona il xun e l'latro il hu, ad indicare la perfetta armonia che regola il rapporto fraterno, un equilibrio paragonabile a quello del dolce suono del hu (un particolare liuto cinese) che accompagna il xun: quest'ultimo infatti non veniva mai suonato da solo, ma tesseva il motivo di fondo su cui gli altri strumenti intrecciavano la melodia più complessa in perfetta armonia.

Fonti:

09-I nomi della cosa 

Il nome di questo particolare strumento musicale non ha una vera e propria traduzione nelle altre lingue: il termine Xun infatti è una traslitterazione dagli ideogrammi cinesi all'alfabeto latino.
L'unico termine che può essere definito suo parente stretto, descrivendone in modo piuttosto fedele il significato, è la parola ocarina, che pur discostandosi per forma e suono dall'oggetto preso in esame, potrebbe essere considerata una tipologia particolare di xun, avendo quest'ultimo origini ben più antiche.

Ocarina
La definizione del dizionario Treccani recita:
"strumento musicale a fiato, di carattere popolare, costituito da un corpo ovoidale di terracotta in cui si aprono fino a dieci fori che danno suoni per 2 ottave, di timbro simile a quello dei flauti dolci, con imboccatura a forma di un becco d’oca, posta alla fine di un prolungamento laterale o terminale del corpo."
L'origine dell'ocarina può essere collocata nel 1853, anno in cui a Budrio (Bologna) Giuseppe Donati costruì la prima di una lunga serie di differenti forme e dimensioni. Il termine fu coniato dunque in questo periodo e risente in modo evidente degli influssi dialettali romagnoli: ocarina deriva infatti dal termine ucarénna, diminutivo di oca nel dialetto bolognese, ad indicare la sua particolare forma ovoidale allungata, che ricorda un'oca privata della testa.
La peculiarità di questo termine è che non ha subito traduzioni nel corso degli anni: in qualsiasi stato europeo ci si trovi sarà impossibile essere vittima di ambiguità poiché dalla Gran Bretagna alla Germania, passando per Svezia e Danimarca, tutti indicano questo strumento col nome con cui è stato "battezzato" dal proprio inventore.

Fonti:
-http://www.treccani.it/vocabolario/ocarina/